martedì 27 settembre 2011

Siracusa-Babele: è caos. C’è bisogno di uomini e donne capaci di rappresentare una nuova stagione politica


Quella che e stata una delle città più importanti e potenti, tanto sotto laspetto culturale che economico, la patria del grande Archimede ridotta alla stregua di una Babele, dove ognuno, si adopera ad accrescerne la confusione, i disservizi e la povertà. Una città che discute dellapprovazione del proprio bilancio di previsione a settembre inoltrato è una città che non programma, ed affronta le diverse problematiche con improvvisazione ed affanno.
Si sa da sempre che la vocazione primaria della città di Siracusa è quella turistica, ma dire turismo significa dire servizi efficienti e  funzionali, raccolta dei rifiuti ben organizzata e un piano del traffico che preveda un efficiente sistema di circolazione sia dei mezzi privati che di quelli pubblici. Dire turismo significa costruire azioni di accoglienza e attività culturali che rendano il senso di festosità e di garbo a chi ci viene a trovare per apprezzare lincommensurabile patrimonio artistico, architettonico e culturale, con la speranza di  lasciare in essi un ricordo intangibile di univocità. Ma tutto ciò appare per Siracusa e per i Siracusani un sogno. Ormai da tempo, bisogna dire con angoscia e tristezza, si è persa la speranza di riportare Siracusa ai livelli che gli competono per grandezza ed antichi fasti. Una incomprensibile classe dirigente, mediocre, viaggia verso la distruzione di qualsivoglia speranza di sviluppo senza una meta; la mancanza di idee progettuali da sviluppare , legate ai gravissimi guasti provocati al bilancio comunale , in un  periodo che non fa intravedere nulla di buono se non altro che tagli ai trasferimenti statali e regionali, chiarisce da subito gli scenari che si possono sviluppare nel prossimo futuro. Questo è un momento di emergenza, e come tutti i momenti critici necessitano energie nuove, e soprattutto metodi ed idee nuove. Mantenendo in essere questo stato di fatto e procedendo a voler risolvere i problemi con lo stesso metodo di come essi sono stati creati,  porterà questa città allo sfascio totale. Non per voler essere disfattisti o catastrofisti, questa è una città che non ha un piano sociale e ha finito da tempo
le risorse per sostenerlo, sta applicando la politica dello struzzo senza voler vedere che cè una questione sociale in corso. Oltre alle tradizionali classi deboli a cui i comuni devono sopperire per rendere loro servizi di tipo sociali , come gli anziani , i diversamente abili e le famiglie indigenti , avanza il popolo, sempre più numeroso degli sfrattati, dei cassintegrati che non possono pagare le bollette e dei disoccupati con famiglia a carico che non riescono a mandare i figli a scuola. Continuano i giri di valzer delle giunte nate già morte, solo a fini elettoralistici e alle fantomatiche
costruzioni e ricostruzioni di equilibri sempre più instabili. Lamministrazione di un ente è una cosa molto seria e delicata, presume competenze allaltezza della materia. Ricostruire una classe dirigente allaltezza della situazione non è facile, ma la città di Siracusa deve trovare il coraggio per avviare un processo di rinnovamento, che comprenda, lesclusione di molti di coloro hanno avuto lopportunità di essere messi alla prova, e lhanno sprecata, e la scelta di  uomini e donne capaci di rappresentare una nuova stagione politica che sappia ridare fiducia allintera comunità siracusana.

Gaetano Amenta

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lunedì 19 settembre 2011

“ Liberiamoci dei dinosauri della politica siracusana”. Fare rispondere dei disastri economici degli enti i veri responsabili e dare ai virtuosi il giusto merito.


Non vedo ancora nessun cambio generazionale, i partiti continuano a predicare quelle che potrebbero risultare delle importanti variabili di cambiamento ma alla fine optano sempre per il metodo tradizionale che in sintesi significa potentati locali anche se ultra settantenni . La novità non si vede perché non è identificabile con nuove idee e nuovi metodi c’è il grandissimo rischio che anziché assistere ad una nuova fase della politica siracusana si assista ad una grande fase restaurativa del vecchio sistema politico mai sconfitto e mai eroso. E’ la cosa più sconvolgente è che tale sistema riesce ancora ad alimentarsi di giovani figure e delle loro energie. La sopravvivenza delle compagini politiche non è legata alla qualità della loro azione politica-amministrativa svolta dagli uomini e dalle donne che li rappresentano nei vari consigli e nelle varie giunte , ma da un valzer di cambio di casacche che variando gli equilibri precedenti fanno si che le regole e i patti stretti decadono e vengano ridiscussi creando un tormentone di riunioni che non finiscono mai. Riappare come dannazione ed inesorabile nel tempo il “cambiare tutto per non cambiare nulla”. Ora mi interrogo e dico ma gli interessi del territorio, dei cittadini,delle famiglie, dei lavoratori, dei giovani, degli studenti, delle aziende, dei diversamente abili, degli anziani, dei bambini, dell’acqua, della fauna, della flora, dell’aria, della cultura, dei beni culturali materiali e immateriali chi li deve fare ? A chi è stato delegato questo compito ai Marziani o ai fantasmi ?  Un groviglio di voci confuse di cui non si riesce mai a tirarne fuori nulla di buono. Eppure si potrebbe fare lo screening di ognuno degli uomini e delle donne che hanno avuto posti di responsabilità politica negli ultimi venti anni e tirarne fuori un identikit  tra il potere gestito e i risultati che ciò ha portato al territorio, in rapporto a quello che ha portato a se stessi. Potrebbe essere un buon monito di trasparenza per dare al cittadino uno strumento chiaro di valutazione. Fare rispondere dei disastri economici degli enti i veri responsabili e dare ai virtuosi il giusto riconoscimento, non sarebbe un’idea cattiva. Come l’ultimo grido disperato  “ liberiamoci dei dinosauri della politica siracusana”.