giovedì 22 settembre 2016

L’autismo. Cos'è e come si riconosce.


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L’autismo è un grave disturbo dello sviluppo. Si manifesta alla nascita o entro i primi due anni e mezzo di vita. L’apparente normalità, si imbatte con una sequenza di caratteristiche comportamentali che possono essere osservati come indizi per richiedere degli approfondimenti psichici a degli specialisti . Casi meno gravi possono essere diagnosticati con un Disordine Diffuso dello Sviluppo (Pervasive Development Disorder o PDD) o come Asperger (questi bambini parlano normalmente, ma sviluppano molti problemi sociali e di comportamento tipici dell’autismo). Fino a poco tempo fa si pensava che non esistesse nulla da fare, dal momento che ci si imbatteva con il problema dell’autismo.  Oggi fortunatamente comincia a muoversi qualcosa. Con la tenacia di genitori coraggiosi e con la ricerca che si muove sulla giusta direzione, ci si può accostare ad un’ampia offerta di trattamenti opzionali che possono essere molto utili. Alcuni trattamenti possono portare a grandi miglioramenti, altri possono avere risultati minimi . Vi è un grande punto di riferimento che potrebbe ridurre di molto le ricerche, ed evitare di girare a vuoto. Questo link,  parent ratings of biomedical interventions,   raccoglie le testimonianze di oltre25000 genitori in merito all’efficacia degli interventi effettuati sui loro figli. 



COME SI MANIFESTA L'AUTISMO?

La caratteristica più evidente è l'isolamento: i bambini autistici spesso non rispondono al loro nome, evitano lo sguardo e appaiono inconsapevoli dei sentimenti altrui e della realtà che li circonda.
In presenza di almeno sette di queste caratteristiche: …è opportuno un controllo diagnostico.
 •difficoltà a stare con altri bambini •impressione di sordità o difficoltà visive •difficoltà di apprendimento •incoscienza per i pericoli reali •opposizione ai cambiamenti •mancanza dei sorriso e della mimica •iperattività fisica accentuata •non guarda negli occhi •attaccamento inappropriato agli oggetti •ruota gli oggetti •persevera in giochi strani •atteggiamento fisico rigido

I bambini autistici inoltre hanno spesso risposte anomale ai suoni, al tatto o ad altri stimoli sensoriali, e una ridotta sensibilità al dolore, che può contribuire a determinare sintomi comportamentali, come la resistenza ad essere abbracciati.



Quanto è diffuso?             Per molti anni l’autismo è stato raro – si presentava solo in cinque bambini ogni 10,000.Tuttavia sin dai primi anni ‘90 la percentuale di bambini autistici è aumentata esponenzialmente in tutto il mondo, fino a raggiungere una frequenza di 60 bambini ogni 10,000. Nasce solo una bambina autistica ogni quattro autistici di sesso maschile. I centri di controllo del ministero della Sanità in USA nel 2007 hanno riportato una frequenza della diagnosi di autismo di un bambino ogni 150.


Quali sono le prospettive future? Il tutto è dato in ogni caso dalla gravità della sindrome. L’età del bambino al momento della diagnosi ha un impatto diretto sull’efficacia dei risultati. Generalmente quanto più precocemente il bambino viene curato, migliore sarà la prognosi. Negli anni recenti c’ è stato un netto aumento dei bambini che possono frequentare la scuola in una classe regolare e vivere quasi indipendentemente nella società. Tuttavia la maggioranza dei soggetti con autismo non sviluppa correttamente la capacità di comunicare e socializzare.



mercoledì 21 settembre 2016

I love Sicily !


Risultati immagini per Foto che rappresenta la sicilia«L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto» [...] «La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra…chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita».        (J.W.Goethe, “Viaggio in Italia”,                                                                                                                                                         1817)
                                                                                




                                                                                                                                                 La Sicilia (IPA[siˈʧiːlja]Sicìlia in siciliano[11]Siçillja in arbëreshëSəcəlia in gallo-italico, Σικελία in greco), ufficialmente denominata Regione Siciliana, è una regione a statuto speciale di 5 074 261 abitanti[3], con capoluogo Palermo.

Il territorio della regione è costituito quasi interamente dall'isola omonima, la più grande isola dell'Italia e del Mediterraneo, nonché la 45ª isola più estesa nel mondo; la parte rimanente è costituita dagli arcipelaghi delle Eolie, delle Egadi e delle Pelagie e dalle isole di Ustica e Pantelleria. È la regione più estesa d'Italia[12] e il suo territorio è ripartito in 390 comuni a loro volta costituiti in nove province. È l'unica regione italiana ad annoverare due città fra le dieci più popolose del PaesePalermo e Catania; considerando la lista dei quindici comuni più popolosi d'Italia o l'elenco delle città metropolitane, è la sola regione a vantare tre città nel novero (le precedenti due e Messina). È bagnata a nord dal Mar Tirreno, a ovest dal Canale di Sicilia, a sud dal Mar di Sicilia, a est dal Mar Ionio e a nord-est dallo stretto di Messina che la separa dalla Calabria.

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Etna , Catania

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Valle dei Templi Agrigento  

Le più antiche tracce umane nell'isola risalgono al 12.000 a.C. circa. In era protostorica fiorirono culture dette di Thapsos, di Castelluccio, di Stentinello. Popoli provenienti dal continente vi s'insediarono successivamente: tra essi i Sicani, i Siculi e gli Elimi. L'VIII secolo a.C. vide la Sicilia colonizzata dai Fenici e soprattutto dai Greci e nei successivi 600 anni divenire campo di battaglia delle guerre greco-puniche e romano-puniche. L'isola venne così assoggettata dai Romani e fu parte dell'impero fino alla sua caduta nel V secolo d.C.
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Thapsos, Priolo Gargallo (Siracusa)   

1 -Tomba preistorica scavata nella roccia, cosiddetta ÔÇ£del PrincipeÔÇØ, a Cava Lazzaro-Rosolini
 Tomba del Principe, Cava Lazzaro-Rosolini (Siracusa)
Fu quindi terra di conquista e, durante l'Alto Medioevo, conquistata da Vandali, dagli Ostrogoti, dai Bizantini, dagli Arabi e daiNormanni con questi ultimi che fondarono il Regno di Sicilia. I Normanni sono l'unico popolo nordico ( germani settentrionali ) a conquistare e fondare uno stato nordico in Europa meridionale, il Regno di Sicilia che durò dal 1130 al XIII secolo, quando il regno fu conquistato dagli Angioini e con la rivolta del vespro passò agli Aragonesi.
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    Capo Gallo Palermo


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Gole dell'Alcantara Taormina

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             Cavagrande del Cassibile   Siracusa          


L'isola poi divenne un vicereame di Spagna, passò brevemente ai Savoia e all'Austria e, infine, nel XVIII secolo, ai Borbone, sotto i quali, unito il regno di Sicilia al regno di Napoli, sorse nel 1816 il Regno delle Due Sicilie. La Sicilia fu unita al Regno d'Italia nel 1860 con un plebiscito, in seguito alla spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi durante il Risorgimento. A partire dal 1946 la Sicilia, è divenuta regione autonoma, e dal 1947 ha nuovamente un proprio parlamento, l'Assemblea regionale siciliana o ARS, istituita ancor prima della nascita della Repubblica italiana.

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Teatro Greco Taormina

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 Duomo - Ortigia - Siracusa -


La Sicilia è il paese delle arance, del suolo fiorito la cui aria, in primavera, è tutto un profumo … Ma quello che ne fa una terra necessaria a vedersi e unica al mondo è il fatto che, da un’estremità all’altra, essa si può definire uno strano e divino museo di architettura.” (G. de Maupassant, “Viaggio in Sicilia”, 1885).



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Teatro Greco Siracusa


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Porto Piccolo Siracusa

«Di fronte m’eri Sicilia, o nuvola di rosa sorta dal mare! E nell’azzurro un monte: l’Etna nevosa. Salve o Sicilia! Ogni aura che qui muove pulsa una cetra od empie una zampogna e canta e passa…Io era giunto dove giunge chi sogna». (Giovanni Pascoli, “Odi e Inni”- L’isola dei poeti, 1906)


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Cattedrale di Palermo

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Piazza della Vergogna Palermo

«Nel bene e nel male, la Sicilia è l’Italia al superlativo». (Edmonde Charles Roux, “Oublier Palerme”, 1966)

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Teatro Politeama Palermo

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Valle dei Templi Agrigento

«Sai tu isola bella, a le cui rive manda Jonio i fragranti ultimi baci, nel cui sereno mar Galatea vive e su’ monti Aci?» (Giosuè Carducci, “Primavere Elleniche”, 1872)

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Il Talamone Valle dei Templi Agrigento

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Noto,  (Il giardino di Petra) 

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Monreale Duomo Pantheon 

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Monreale, Duomo Chiostro 

lunedì 19 settembre 2016

La Dislessia: cos'è e come riconoscerla .







I disturbi specifici dell'apprendimento (DSA)
I DSA sono disturbi del neurosviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente che si manifestano con l'inizio della scolarizzazione.
In base al tipo di difficoltà specifica che comportano, i DSA si dividono in: 

DISLESSIA:

disturbo specifico della lettura che si manifesta con una difficoltà nella decodifica del testo;

DISORTOGRAFIA:

disturbo specifico della scrittura che si manifesta con difficoltà nella competenza ortografica e nella competenza fonografica;

DISGRAFIA:

disturbo specifico della grafia che si manifesta con una difficoltà nell'abilità motoria della scrittura;

DISCALCULIA:

disturbo specifico dell'abilità di numero e di calcolo che si manifesta con una difficoltà nel comprendere e operare con i numeri.
Questi disturbi  dipendono dalle diverse modalità di funzionamento delle reti neuronali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo.
Non sono causati né da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici o da deficit sensoriali.

Guarda questo film, molto importante per comprendere meglio la questione.






Per saperne un po' di più
In Italia la dislessia è ancora poco conosciuta, anche se si stima che ci sia almeno un alunno con un DSA per classe.
Leggere, scrivere e calcolare per noi sono atti così semplici ed automatici che risulta difficile comprendere le difficoltà che riscontrano i bimbi o i ragazzi dislessici.
Spesso questi ragazzi vengono erroneamente considerati svogliati e la loro intelligenza spiccata dà il via a valutazioni come "è intelligente ma non si applica".
Questi ragazzi non hanno problemi cognitivi legati alla comprensione e, al di là dello studio, sono intelligenti, vivaci, socievoli e creativi.

Un ragazzo dislessico può leggere e scrivere, ma deve impiegare tutte le proprie energie.

Si stanca presto, si distrae, commette errori e si sente costantemente in difficoltà.












La Dislessia comporta difficoltà di grado lieve, medio o severo nella lettura e nella comprensione dei testi e dei numeri, nella memorizzazione delle definizioni, nella memorizzazione dei termini specifici.
Importante sottolineare che: anche un disturbo della letto scrittura isolato può comportare difficoltà in matematica, più o meno importanti a seconda del grado di dislessia e della classe frequentata dal bambino. Infatti, più il bambino va avanti con la scolarizzazione, più le richieste aumentano e con esse le difficoltà in matematica, legate alla comprensione dei testi dei problemi ed alla concettualizzazione astratta, soprattutto se essa deve appoggiarsi prevalentemente sul canale verbale.
In generale, il bambino e lo studente con dislessia non hanno un rapporto “naturale” con l’apprendimento che deve avvenire tramite le parole: non è per loro sufficiente ascoltare per capire ed imparare, ma necessitano di spiegazioni che passino anche attraverso l’esempio concreto e la sperimentazione
Inoltre, lo schema riassuntivo, dove compaia il “percorso ragionato” compiuto dall’insegnante, è molto importante per l’alunno con Dislessia, che soprattutto durante gli anni della scuola Primaria e Secondaria di I grado, non sarà in grado di costruire tale schema in autonomia, ma dovrà esservi guidato. Ciò riguarda tutte le discipline scolastiche e tutto ciò che il bambino deve apprendere in classe.

Infatti, la Dislessia non è un problema solo per la lettura. E’ noto come la Dislessia comporti alcuni tipici problemi di lettura, ma vale la pena approfondire alcune conoscenze, che possono fornirci un profilo più completo del nostro alunno con Dislessia.
I bambini con Dislessia spesso hanno avuto difficoltà di linguaggio nei primi tre anni di vita: può trattarsi di bambini che hanno imparato a parlare verso i due anni, altre volte invece hanno imparato verso l’anno ma poi il loro linguaggio è rimasto povero, oppure non hanno mai pronunciato bene le parole, o hanno continuato ad usare frasi costruite in modo non del tutto corretto.

L’uso del linguaggio è alla base delle attività didattiche presenti a scuola ed è per questo motivo che alcuni casi di Dislessia sembrano “nascere” durante gli anni della Primaria. In realtà, il contesto scolastico mette in luce problematiche già presenti. In alcuni casi, se il bambino non venisse in contatto con un ambiente ove sia il linguaggio scritto che quello orale costituiscono allo stesso tempo lo strumento e l’oggetto principale di apprendimento, il suo disagio e le sue problematiche si configuererebbero in maniera meno “forte” (come ad esempio accade nei percorsi di apprendimento che seguono il metodo Montessori).

Il problema di lettura e scrittura può essere considerato dall’insegnante come il segnale più evidente di un funzionamento più ampio. Generalmente, il bambino con Dislessia è particolare anche quando non legge: quando parla usa parole diverse tra loro credendo che significhino la stessa cosa, oppure ha poco interesse a parlare in maniera “corretta” e fatica ad imparare il liguaggio specifico delle varie materie. Non memorizza parole nuove con facilità ed è lento nel ricordare l’alfabeto, oppure non lo impara del tutto. Quando ascolta, il bambino potrebbe non comprendere del tutto il senso di ciò che gli viene detto, se il pensiero è ricco di frasi subordinate e se sono pochi gli esempi legati alla realtà concreta presenti nel discorso.
E’ come se il nostro modo di parlare risultasse troppo complesso, perché il bambino non ha gli strumenti per organizzarlo autonomamente (come fa invece il bambino non dislessico, che comunque a seconda dell’età risulta più o meno competente nelll’organizzare ciò che ascolta).

Diverso è ascoltare un brano che qualcuno legge, dall’ascoltare un discorso. Il brano che viene letto, ha una ritmica ed una punteggiatura che già lo riordinano e che quindi facilitano l’organizzazione. Un buon brano, o un capitolo di un buon libro di testo, sono già “organizzati” e quindi il bambino riesce a comprendere ascoltando la lettura di un’altra persona.

Guarda questo film, molto importante per comprendere meglio la questione.


sabato 17 settembre 2016

Pablo Neruda .

Pablo Neruda

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Nasce il 12 luglio 1904 a Parral (Cile), non lontano dalla capitale Santiago. Il suo vero nome è Neftali Ricardo Reyes Basoalto.




Il padre rimane vedovo e nel 1906 si trasferisce a Temuco; qui sposa Trinidad Candia.

Il futuro poeta comincia presto a mostrare interessa per la letteratura; il padre lo avversa ma l'incoraggiamento arriva da Gabriela Mistral, futuro Premio Nobel, che sarà sua insegnante durante il periodo di formazione scolastica.

Il suo primo lavoro ufficiale come scrittore è l'articolo "Entusiasmo y perseverancia" e viene pubblicato a soli 13 anni sul giornale locale "La Manana". E' nel 1920 che per le sue pubblicazioni inizia ad utilizzare lo pseudonimo di Pablo Neruda, che in seguito gli verrà riconosciuto anche a livello legale. Neruda nel 1923 ha solo 19 anni quando pubblica il suo primo libro: "Crepuscolario". Già l'anno seguente riscuote notevole successo con "Venti poesie d'amore e una canzone disperata".

A partire dal 1925 dirige la rivista "Caballo de bastos". Intraprende la carriera diplomatica a partire dal 1927: viene nominato prima console a Rangoon, poi a Colombo (Ceylon).
Nel 1930 sposa una olandese a Batavia. Nel 1933 è console a Buenos Aires, dove conosce Federico Garcia Lorca. L'anno successivo è a Madrid dove stringe amicizia con Rafael Alberti. Allo scoppio della Guerra Civile (1936) parteggia per la Repubblica e viene destituito dall'incarico consolare. Si reca quindi a Parigi. Qui diviene console per l'emigrazione dei profughi cileni repubblicani.


Nel 1940 Neruda viene nominato console per il Messico, dove incontra Matilde Urrutia, per la quale scrive "I versi del capitano". Viene eletto senatore nel 1945 e si iscrive al partito comunista.
Nel 1949 dopo un periodo di clandestinità, per sottrarsi al governo anticomunista di Gabriel González Videla, fugge dal Cile e viaggia attraverso Unione Sovietica, Polonia e Ungheria.

Tra il 1951 e il 1952 passa anche per l'Italia; vi ritorna poco dopo e si stabilisce a Capri. Tra il 1955 e il 1960 viaggia in Europa, Asia, America Latina.
Nel 1966 la sua persona è oggetto di una violenta polemica da parte di intellettuali cubani per un suo viaggio negli Stati Uniti.
Pablo Neruda riceve il Premio Nobel per la Letteratura nel 1971. Muore a Santiago il 23 settembre 1973.
Tra le sue opere più importanti vi sono "Residenza sulla terra", "I versi del Capitano", "Cento sonetti d'amore", "Canto generale", "Odi elementari", "Stravagario", "Le uve e il vento", il dramma "Splendore e morte di Joaquin Murieta" e il libro di memorie "Confesso che ho vissuto".

venerdì 16 settembre 2016

La statua della libertà ? Un'idea francese.

New York City

Liberty enlightening the world”, questo il vero nome della Statua della Libertà, simbolo degli Stati Uniti d’America. Una traduzione, in realtà, della prima vera intitolazione, in lingua francese e partorita dai due ideatori e progettisti del noto monumento: “La liberté éclairant le monde” (ossia: “La libertà illumina il mondo”). Per tutti, ormai da oltre un secolo, è più semplicemente nota come “La Statua della Libertà”. Anche se gli americani non esitano, talvolta, a chiamarla con un simpatico soprannome: Lady LibertyE’ il giorno 19 giugno del 1885 quando la signora più famosa del mondo entra per la prima volta nel porto di New York. Per anni, sarà un simbolo di speranza per milioni di migranti che arrivando negli Stati Uniti d’America cercano fortuna; tra questi, com’è noto, nel primo trentennio del Novecento, anche milioni e milioni di italiani (circa una ventina).

Un’idea francese

Édouard René de Laboulaye e Frédéric Auguste Bartholdi: il primo ideatore, il secondo patriota e scultore francese. A loro si deve la realizzazione del monumento, di fatto immaginato, progettato e costruito tutto in terra francese. Una volta realizzata la Statua della Libertà, questa fu donata agli Stati Uniti in segno di amicizia tra i due popoli, in onore della dichiarazione d’Indipendenza americana di un secolo prima. Naturalmente, il trasporto transatlantico avvenne via mare (venne ripartita in centinaia e centinaia di blocchi) e, a causa della mancanza di fondi utili alla costruzione del basamento, si ricorse ad una sottoscrizione pubblica, grazie ad un’iniziativa editoriale firmata New York Times.

Liberty Island: La Statua della Liberta


Liberty Island

La statua della Libertà è al centro della famosa baia di Manhattan, all’ingresso del fiume Hudson, sulla rocciosa Liberty Island (un tempo Bedloe’s Island). Anche questo isolotto vide la luce proprio in occasione della sistemazione del monumento, grazie al progetto dell’architetto Daniel McCasde, ideato nel 1885, con il fine proprio di rendere la baia della città più verde e lussureggiante in vista, appunto, dell’imminente arrivo della Statua della Libertà. È curioso che lo stesso isolotto, inoltre, presenti la forma di una stella. 
La sua inaugurazione diede il via ad una delle usanze più sentite dalla cultura americana: quella particolare forma di parata con tanto di bandierine che caratterizza tutte le feste nazionali statunitensi. La prima, vera “ticker-tape parade”, questa l’espressione esatta, si formò naturalmente, proprio per accogliere “Lady Liberty” e non è un caso che a New York sia un’usanza più sentita che altrove, negli States. Ad ogni modo, nel 1924 la statua divenne monumento nazionale insieme all’isola sulla quale è posta.

Riferimenti letterari

Il piedistallo del monumento reca un bellissimo sonetto intitolato The New Colossus, scritto dalla poetessa statunitense Emma Lazarus. In realtà, più che celebrare l’America, il sonetto trae ispirazione proprio dai sobborghi di New York, frutto di una presa di coscienza ad opera della poetessa che però, così scrivendo, ha centrato ancor più l’obiettivo di rendere omaggio alla statua, in questo caso intesa come vero e proprio simbolo positivo per i migranti. Di seguito, la poesia:
Datemi i vostri stanchi, i vostri poveri, le vostre masse infreddolite desiderose di respirare liberi, i rifiuti miserabili delle vostre spiagge affollate. Mandatemi loro, i senzatetto, gli scossi dalle tempeste a me, e io solleverò la mia fiaccola accanto alla porta dorata.
Il fascino della Statua della Libertà sull’opera di numerosi artisti, soprattutto scrittori, è a dir poco sconfinato. Louis-Ferdinand Celine, tanto per citarne uno dei più importanti, nel suo “Viaggio al termine della notte”, mentre racconta dell’approdo ad Ellis Island – la meta obbligata delle quarantene degli immigrati – ne fa quasi una protagonista del romanzo, posta sullo sfondo della storia da lui narrata.
John Dos Passos, altro scrittore di nazionalità americana ma di chiare origini latine, nel suo “Manhattan transfert” ne parla spesso, ambientando lì alcune “scene” del romanzo. Senza contare poi le divagazioni straordinarie del “secondo tropico” raccontato dallo scrittore americano Henry Miller, nel suo importantissimo “Tropico del Capricorno”, nel quale la vicenda dell’io-narrante si svolge proprio a New York, con frequenti digressioni sul simbolo statunitense per antonomasia.



Curiosità sulla Statua della Libertà

Sono divertenti alcune idee circa l’ispirazione avuta dal suo ideatore Frédéric Auguste Bartholdi, per quanto riguarda le forme generali di “Lady Liberty”. Secondo molti, ad ispirarlo è stata la statua della Libertà della Poesia, presente sul monumento funebre di Giovanni Battista Niccolini nella basilica di Santa Croce a Firenze. L’opera, è figlia del genio dello scultore marmoreo Pio Fedi, in onore appunto del poeta, ed è stata realizzata proprio tra il 1870 e il 1885. Molto probabilmente, va detto, il lavoro, sin dai suoi bozzetti iniziali, fu visto da Viollet Le Duc, architetto e scultore che più volte visitò Firenze in quel periodo e, soprattutto, maestro di Auguste Bartholdi. A dire di quest’ultimo però, nonostante le somiglianze evidenti tra le due sculture, il volto della Statua della Libertà trae spunto unicamente da quello della madre del progettista francese.

New York City - Statue of Liberty
Oltre a Firenze, ci sarebbe anche Milano a reclamare la propria eredità artistica. La statua infatti, presenta anche somiglianze con l’opera “La Legge Nuova”, datata 1810 e collocata sulla balconata del Duomo milanese. A realizzarla, in marmo, fu l’artista Camillo Pacetti.
Infine, va detto che il primo prototipo della statua fu costruito nel 1870, in scala ridotta ovviamente. E, ad oggi, si trova a Parigi, vicino al ponte Grenelle, sull’Île aux Cygnes, un’isola sulla Senna. Oltre a questo riferimento poi, non vanno dimenticati i vari cloni o tentativi che popolano alcune città del mondo, come quella sita in Las Vegas, proprio negli Stati Uniti, ed il clone presente invece a Tokio, in Giappone.

Il più grande monumento massonico del mondo?

Curiosità tra le curiosità, c’è anche la rivendicazione di tipo massonica. Stando ad alcune teorie, quello che in tutto il mondo rappresenta la libertà tramite la sua fiaccola simbolica, in realtà è un chiaro riferimento massonico: il più vistoso esistente sulla terra.
Quello che è stato “venduto” come un dono ufficiale della Francia all’America, altro non sarebbe, dunque, che un regalo del tutto ufficioso da parte dei massoni francesi ai loro colleghi di stanza oltreoceano. A quanto sembra, va ammesso, lo stesso scultore Bartholdì era un membro della massoneria e la stessa torcia, ovvero la “fiaccola della Luce”, è un chiaro simbolo massonico.
Benjamin Franklin
Benjamin Franklin
Con questo dono, pertanto, i massoni francesi intesero commemorare non solo i padri fondatori dell’indipendenza americana (molti dei quali massoni), ma anche lo stesso contributo fornito alla causa americana da parte dei “confratelli” francesi. Secondo alcune fonti infatti, Benjamin Franklin, uno dei padri dell’Indipendenza statunitense, soggiornò a lungo in Francia dove ottenne, proprio dalla massoneria francese, cospicui finanziamenti e approvvigionamenti di armi e cibo per l’esercito degli insorti.