lunedì 25 giugno 2012

Per capire i giovani bisogna rispettare le loro idee, il loro linguaggio e i loro simboli.


La società cambia rapidamente, ricerca, scienza, tecnologia sono tra gli altri , strumenti che incidono fortemente sulle abitudini e sulle esigenze degli individui. Cambia la prospettiva di vita delle nuove generazioni e cambiano i loro punti di vista, le idee seguono questo corso e diventano la spinta per creare nuovi equilibri. La vita si muove da sempre tra quello che e’ stato e quello che dovrà essere , il presente rappresenta solo il luogo dove si incontrano la necessità di cambiamento e le resistenze al che ciò non avvenga. Chi resiste lo fa perché non accetta di vedere distrutta la certezza che si era costruita , chi spinge per il cambiamento non accetta una condizione di precarietà che serve solo a garantire chi pensa di aver costruito una certezza che duri in eterno, l’eterno umano si intende. Ciò procura ai primi paura e ai secondi incertezza, in entrambi casi si è davanti ad una nuova ricerca di equilibri, in natura potremmo dire che è normale , stimola il salto in avanti , la ricerca di una soluzione proficua. Alla fine sono sempre le energie più fresche e le idee ad esse collegate che avranno la meglio, sarà tutto ciò a produrre il cambiamento, le idee rappresentano la fioritura e l’energia il loro prendere corpo, il colore è dato dal rinnovarsi del linguaggio e dei simboli che lo rappresenteranno. Per capire i giovani bisogna rispettare le loro idee, il loro linguaggio e i loro simboli.



Gaetano Amenta 

sabato 23 giugno 2012

Apriamo un dibattito che provenga dal territorio e diventi la guida per rinnovare uomini e metodi della politica . La paura ci rende prigionieri, la speranza liberi.

Utilizziamo le nostre migliori energie e la nostra intelligenza per le cose che più contano nella vita. Questa società ci obbliga a portarci dietro un fardello di condizionamenti che rappresentano una zavorra contro la nostra libertà. Riflettete su quante resistenze di diversa natura impediscono la fluidità delle nostre azioni. Se tutti riconosciamo la nostra società come un'entità gravemente ammalata, è il momento di ammettere che farsi trasportare dalla stessa corrente, che è causa di quel male, è da incoscienti. Si ha la necessità di invertire la rotta, anche se ciò comporterà grandi sforzi  dettati dall'essere controcorrente. E' meglio credere ad un sogno, che essere aggrappati ad un'illusione. E' meglio essere fieri di combattere la propria battaglia che essere spazzati via per qualcosa che nella realtà non hai mai capito. Iniziamo ad eliminare i pesi inutili per sentirci più leggeri, proviamo a trovare nuove motivazioni per rinnovare le nostre energie. Sforziamoci di capire che la ragione e la memoria sono importanti, ma l'intelligenza è cosa altra. L'attuale azione politica ha incentrato tutto sull'incertezza, e l'incertezza è la strada certa che conduce alla paura. La paura ci rende prigionieri, la speranza liberi. Per costruire un sentimento di speranza bisogna sbarazzarsi di chi è stato causa di tale disastro, è necessario spazzare via tutti quei politici che con le loro cariche e con le loro azioni hanno provocato l'inferno attuale ! Apriamo un dibattito che provenga dal territorio e diventi la guida per rinnovare uomini e metodi della politica.

domenica 3 giugno 2012

Cosa potrebbero fare i leader degli attuali partiti politici, che dopo tantissimi anni puzzano di stantio, per ridare fiducia e decoro alla politica ? Basterebbe che offrissero maggiore spazio e ruolo ai dirigenti e ai militanti giovani, presenti e impegnati sul territorio.

Gli orientamenti di voto riflettono un senso di spaesamento, rivelato - e accentuato - dalle recenti amministrative. Segnalano, in particolare: a) lo sfaldamento del Pdl, ormai dimezzato, rispetto alle elezioni politiche del 2008; b) la frana della Lega scivolata poco sopra il 4%, come 10 anni fa; c) Mentre il Pd e l'Idv tengono bene, anche se non riescono a intercettare lo sfarinamento dei partiti di centrodestra. Il Pd, in particolare, si conferma primo partito in Italia. D'altronde, secondo gli intervistati, è la formazione politica che si è rafforzata maggiormente, in seguito alle elezioni amministrative. d) Insieme, ovviamente, al Movimento 5 Stelle (M5S), promosso e ispirato da Beppe Grillo. Il quale, dal punto di vista elettorale, è stimato oltre il 16%, poco al di sotto del Pdl. Il successo alle recenti amministrative ha contribuito ad allargare ulteriormente la sua base elettorale. Il M5S è divenuto, infatti, il collettore privilegiato dell'insoddisfazione sociale verso il sistema partitico. Un sentimento generalizzato, che non dà segni di rallentamento. 

Oltre il 40% degli intervistati, infatti, vede nella "protesta contro i partiti" la principale ragione di 
successodel Movimento. Una valutazione condivisa anche dal 27% degli elettori del M5S, i quali, però, danno maggiore importanza ad altri argomenti: l'estraneità dei candidati alle logiche di potere e la concretezza dei programmi proposti ai cittadini. Resta, comunque, l'incognita sulla capacità del Movimento di "tenere" la scena politica, oltre a quella elettorale. Soprattutto, oltre i confini locali. Infatti, quasi metà degli italiani (la maggioranza) ritiene il M5S in grado di "amministrare" le città e il territorio. Ma quasi 7 persone (e 4 elettori del M5S) su 10 non lo considerano capace di governare, a livello nazionale. 

Da ciò l'impressione di un Paese sospeso. In attesa di un cambiamento ancora incompiuto. A cui Grillo e il M5S hanno offerto una risposta, uno sbocco. Sfruttato da molti elettori che, in un primo tempo, non li avevano presi in considerazione. Non è un caso se, rispetto a un mese fa, l'elettorato del M5S ha modificato sensibilmente il profilo sociopolitico. In particolare, al suo interno sono aumentati: a) gli elettori dei comuni medio-piccoli; b) le persone di età medio-alta; c) le componenti di centro-destra; d) gli elettori provenienti dalla Lega e dal Pdl. In altri termini: il M5S ha intercettato il disagio diffuso fra gli elettori. L'ha canalizzato, dandogli visibilità. Ma senza risolverlo. 


La domanda di cambiamento politico, infatti, resta molto estesa, al punto che circa un terzo degli elettori sostiene che, se si presentasse un partito "nuovo", guidato da un leader "nuovo" e "vicino alla gente": lo voterebbe "sicuramente". Si tratta di un orientamento trasversale. Particolarmente accentuato nella base elettorale dei soggetti politici che in precedenza detenevano il monopolio della rappresentanza del "nuovo", come la Lega. Ma anche l'Idv e Sel. Tuttavia, questo orientamento appare ampio anche fra gli elettori dell'Udc, alla ricerca, da tempo, di un modo - e di uno sbocco - per uscire dal "centro", che rischia di trasformarsi in un ghetto. Schiacciato da destra, sinistra e, ora, anche dal M5S.

Siamo, dunque, in una fase fluida. Il "mercato elettorale" è instabile, in cerca di un'offerta politica adeguata. Che stenta a delinearsi. Così cresce la voglia di "nuovo". Anche se per gran parte degli elettori (quasi sette su dieci) il "nuovo" è il "vecchio" rivisto e ri-qualificato. Per cui si traduce, anzitutto, nella domanda di "rinnovamento" degli attuali partiti. Ma il "rinnovamento", per la grande maggioranza degli elettori (il 61%), significa "ricambio e svecchiamento" della classe dirigente. D'altra parte, fra i motivi che hanno favorito il M5S alle recenti amministrative, un ruolo importante è stato sicuramente giocato dalla figura e dall'immagine dei candidati. Giovani e preparati. Estranei a lobby e interessi. In grado di esprimere opinioni competenti sulla realtà locale. Senza slogan e senza retorica. Ciò suggerisce che, per rispondere all'insofferenza verso i partiti, che si respira nell'aria, non sarebbero necessarie grandi rivoluzioni - politiche e antipolitiche. 

Basterebbe che i principali partiti attualmente presenti sulla scena politica fossero in grado di rinunciare alle logiche oligarchiche e centralizzatrici che li guidano. 



Basterebbe che offrissero maggiore spazio e ruolo ai dirigenti e ai militanti giovani, presenti e impegnati sul territorio. (Ce ne sono molti, nonostante tutto, ma vengono puntualmente scoraggiati). 
Basterebbe. Ma non ne sono capaci. Così, avanza la richiesta del Nuovo-a-ogni-costo. Ormai, un mito, più che una rivendicazione. Travolge tutto. E rende la "nostra" Democrazia: "provvisoria". La Politica e i partiti: inattuali.
 di ILVO DIAMANTI