sabato 5 febbraio 2011

Il presidente Bono ammetta il proprio fallimento e se tiene veramente a questo territorio rassegni le proprie dimissioni.

Ormai è una certezza la provincia regionale di Siracusa è allo sbando, l’azione di governo del presidente Nicola Bono si è afflosciata , anzi non è mai partita. Si comincia a definire come fallimentare un’esperienza che era partita con una miriade di buone intenzioni, che legate ad una costellazione favorevole definita dallo stesso presidente con l’appellativo di allineamento cosmico, si è trasformata, per effetto dell’ordine sparso in caos, determinandone un flop gigantesco. La riorganizzazione dell’ente sotto il profilo gestionale è rimasta zoppa, con la prima fase caratterizzata dalla riduzione dei settori, ormai a quasi tre anni dall’insediamento, non si capisce quale impostazione sia stata data agli ufficio dei settori area tecnica. Uffici smembrati e lasciati su se stessi, senza una programmazione, ne una pianificazione per nuove progettazioni, il tutto ci fa presumere che chi verrà dopo, troverà il nulla. Altro che programmare il futuro, mettere in moto energie, dargli metodo e obbiettivi, il Titanic affonda e i musicanti suonano allegramente per far capire il contrario.   La girandola assessoriale da l’idea della qualità dell’azione programmatica che ha confuso responsabili e preposti; l’assessore ai lavori pubblici che manca ormai da qualche settimana, dopo le dimissioni di Paolo Caruso la dice lunga sulle difficoltà politiche che l’amministrazione Bono vive. A questo si è aggiunta la mancanza del capo del settimo settore ing. Paolo Gallo che dopo non poche incomprensioni con il Presidente ed il suo staff ha preferito anticipare la sospirata pensione. La zona montana vive un abbandono che non ha precedenti, molte delle comunità vivono disagi ormai da qualche anno e si registrano una quantità imponente di strade chiuse al traffico con il consequenziale isolamento dei diversi comuni.   Le poche opere che vanno avanti a forza sono roba del passato. Un presidente che sta dimostrando giorno dopo giorno la sua incapacità a gestire, coordinare e programmare una struttura complessa come quella dell’ente Provincia. E’ grave evidenziare che l’attività che dovrebbe essere il fiore all’occhiello tra le prerogative assegnate alla Provincia, l’edilizia scolastica, sia invece in condizioni peggiori dell’ufficio tecnico. Senza mai aver affrontato seriamente la questione si tira a campare, con un settore disorganizzato se non inesistente,  inseguendo le diverse problematiche che si presentano giornalmente, non esiste un piano scuole per programmare una pianificazione concreta sulle reali necessità delle diverse strutture scolastiche, la programmazione non è materia di questa amministrazione che preferisce di gran lunga l’improvvisazione. La materia principe dell’amministrazione Bono è il contenzioso visto la mole di delibere che vengono espletate mensilmente. Piuttosto non si è ancora capito quali interessi legano l’azione amministrativa della provincia regionale con la città di Roma, visto che in base alla frequenza di partenze per la capitale del presidente Bono non si evincono a oggi ne benefici progettuali ne economici per l’ente provenienti dallo Stato,  anzi se ne presume un grosso aggravio di spese di viaggio e di soggiorno, oltre all’assenza fisica dello stesso per diversi giorni alla settimana. Alcuni articoli di giornale hanno sottolineato che: “il Re è nudo”, noi diciamo che dalla sua grande esperienza ci saremmo aspettati qualcosa di più, ma dobbiamo evidenziare che: “ sotto il vestito nulla”.
Per questa amministrazione i servizi sociali sono non pervenuti, una materia lasciata all’inerzia, alla quale si da nessuna importanza. Pochissimi i progetti presentati e finanziati da enti superiori e fondazioni, e per quei pochi non per merito dell’amministrazione. In tutti i settori si registrano le identiche difficoltà , ma il settore che da l’idea massima dell’incapacità organizzative e di programmazione del presidente Nicola Bono, soprattutto dopo la liquidazione delle vecchie APIT ,  è il turismo, settore strategico per una provincia come quella di Siracusa per l’immensa ricchezza culturale e per la massiccia concentrazione di beni culturali e paesaggistici, versa in uno stato di totale abbandono. La delega al turismo trattenuta ad interim volutamente dal presidente della provincia è l’evidenza dell’incapacità e del fallimento dello stesso e della sua amministrazione tanto sulla programmazione che sul coinvolgimento del territorio e degli enti locali. Tolta qualche partecipazione alle borse del turismo nazionale e comunitarie come Milano e Berlino si rilevano solo azioni inconcludenti, l’ultima Paestum dove il Presidente ha potuto sperimentare la propria solitudine , per l’assenza totale di amministratori degli enti locali e operatori. I 440 mila euro del trascorso Natale sono roba da corte dei conti, una polverizzazione e uno spreco dei soldi pubblici per progetti inconsistenti non coordinati e gestiti senza alcuna programmazione, passati come la prassi della prima repubblica vuole in anonimato, niente comunicazione, nessuna azione per pubblicizzare gli eventi.  La cosa più sconvolgente che nessuno si indigna ne cittadini ne associazioni ne opposizioni. In un momento di cosi grande crisi, dove molte famiglie non hanno potuto godere della felicità del santo Natale sono stati sprecati quasi 900 milioni delle vecchie lire in maniera totalmente inconcludente, e menomale che la carica assessoriale era detenuta da un Senatore della Repubblica. Non si sente più palare di inchieste giornalistiche nella nostra provincia, per rendere tutto più trasparente, incrociare atti pubblici come le delibere e i beneficiari potrebbe mettere in evidenza se i prodotti acquistati o i progetti sostenuti sono di reale qualità ed in alcuni casi se sono stati veramente eseguiti o no. Il settore del turismo ad oggi non ha una struttura ed è deficitario di mezzi e personale, i fondi previsti nel bilancio 2010 per circa 300 mila euro sono rimasti quasi tutti non spesi , la stessa cosa vale per le 50 mila euro destinate alla segnaletica turistica provinciale . Carente di idee ed azioni moderne per la creazione di condizioni a sostegno del territorio e delle aziende, il turismo per il presidente Bono  si organizza con slogan vecchi che sentiamo ormai da decenni. Come quelli ultimamente letti sulla stampa inerenti alla necessità di un tavolo permanente tra i vari livelli istituzionali,  per stilare un piano strategico tra Stato, Regioni, enti locali ed operatori, come dire io nelle mie di competenze non ci sto capendo nulla e meglio che mi trovo una scusa per giustificare l’inconcludenza che si registra nell’ente provincia. E’ ora che qualcuno gli spieghi intanto le elementari competenze di cui l’ente è deficitario, a partire dalla strutturazione del settore del turismo e alla sua infrastrutturazione tecnologica, riorganizzare  i rilevamenti delle presenze e i controlli delle strutture recettive, programmare delle azioni a sostegno delle attività turistiche e riattivare i punto info in tutta la provincia, riorganizzare le pro loco assegnando loro il giusto ruolo previste dalla riforma legislativa. Prevedere formazione per il miglioramento dei servizi e per accompagnare i giovani nell’insediamento al lavoro. La politica crei le condizioni per facilitare la possibilità di imprendere e non scarichi sempre ad altri le proprie responsabilità. Basta con le cabine di regia con un solo uomo al comando che come soluzione propone solo Project financing per tutte le stagioni, quando in tutta la sua carriera politica di oltre trent’anni non può dimostrare un solo esempio concreto e funzionale a lui assoggettabile. L’idea di fare sistema è cosa altra, basata sulla collaborazione e sulla condivisione di programmi e di obbiettivi concreti, che il presidente Bono disconosce , e non solo nei confronti del territorio inteso come enti locali e operatori, ma tutto ciò lo disconosce anche dentro l’ente che governa in quanto l’azione della propria amministrazione non si basa su un progetto condiviso con la sua squadra assessoriale ed i suoi dirigenti, che sfido indicare un solo incontro per discutere di programmazione ed obbiettivi, la maggior parte degli assessori sono disorientati oltre che autodidatti da qualche settimana. La stampa di questi ultimi giorni riporta nuovamente dichiarazioni del presidente della provincia che titolano “nel turismo il nostro futuro” , uno slogan che ci piacerebbe sentire da volti nuovi magari che hanno le idee più chiare e non da chi da trent’anni cerca di dimostrare un qualcosa che invece certifica ampiamente il suo fallimento come politico e come amministratore. Mentre l’innovazione trova nelle amministrazioni avanguardiste sempre più spazio, la nostra provincia è rimasta alla penna e calamaio. Ce n’è abbastanza perché il presidente Bono ammetta il proprio fallimento e se tiene veramente a questo territorio  rassegni le proprie dimissioni.

Gaetano Amenta

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