giovedì 17 marzo 2011

No al nucleare.Non deve essere permesso a nessuno di prendere decisioni egoistiche,con il rischio di finire per negare anche la semplice esistenza alle generazioni future.


Il nucleare è da dismettere velocemente in tutte quelle parti del mondo dove viene utilizzato, e soprattutto è da vietare in tutte quelle altre parti del pianeta che fortunatamente ne sono, sino ad ora, rimaste indenni. Il mondo non è nostro e noi non possiamo decidere per una pura posizione egoistica o venale, di accelerarne la distruzione. Una delle leggi della natura, forse la più importante, ci ha insegnato che tutto in questo pianeta è stato costruito sapientemente da madre natura, a ciclo chiuso. Il ciclo dell’acqua, il ciclo della fauna, il ciclo animale, il ciclo della vita ed il ciclo della morte, sono incastonati dentro uno splendido meccanismo che è l’ecosistema; tutto ciò che fa parte di questo sistema ha un ruolo, una causa e degli effetti ben precisi; fa parte integrante di un equilibrio che si rigenera con i tempi certi che la natura stessa ha deciso, e ciò assicura un tempo indefinibile dell’esistenza del sistema stesso. L’uomo dolente o nolente deve convincersi che fa parte di questo sistema, il continuare a considerarsi soggetto dominante di tutto ciò, lo rende dominante solo nell’accelerazione della distruzione del pianeta, e quindi della sua stessa esistenza. Le centrali nucleari oltre a produrre energia elettrica con minori sforzi economici, producono scorie radioattive altamente nocive per l’uomo e per l’ambiente. La durata della pericolosità delle scorie radioattive non è stata ancora ad oggi testata, quindi nessuno può affermare ne scienziati ne altri, quanto tempo serve alla terra per digerire questi veleni. Questo ci fa capire che anche in questo caso si è rotto il ciclo, anche questa soluzione non aumenta la qualità della vita , ma sta determinando le condizioni per nuovi disastri, nuove catastrofi, che aggiunte a quelle naturali non potranno che preparare l’apocalisse. L’emotività è vero che non giuoca un buon ruolo sulle decisioni, ma il disastro giapponese non può essere catalogato dentro normali canoni previsti per statistica, è una potente avvisaglia che deve far riflettere per pensare nell’era della globalizzazione dove stiamo portando il pianeta. Il fatto stesso che qualcuno pensi di aver archiviato la possibilità di estinzione della razza umana rientra nei canoni folli dell’onnipotenza. Ognuno di noi è destinato a passare in questo mondo un periodo più o meno breve, e l’obbligo a cui siamo sottoposti è quello di lasciare questa terra almeno come l’abbiamo trovata, non deve essere permesso a nessuno di prendere decisioni egoistiche, nell’idea di trascorrere il proprio periodo nel massimo dei modi possibili, con il rischio di finire per negare anche la semplice esistenza alle generazioni future. Io penso che le civiltà che si sentono più evolute hanno smarrito il cuore del concetto di qualità della vita, ritornare sui propri passi e riflettere meglio su questo concetto ci potrebbe aiutare a trovare nuove soluzioni per  rendere a tutti più cosciente la breve durata del nostro permanere in questa vita e magari di morire più soddisfatti per aver contribuito a delle cause giuste.
Gaetano Amenta

ca-pub-0745056305130201.

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