mercoledì 16 marzo 2011

Quella attuale è la svendita, per la Sicilia e per l’intero Mezzogiorno, più colossale di tutta la storia di questa gente e dei loro territori.

Non si era mai verificato nella storia d’Italia una concentrazione così spropositata di interventi negativi, e soprattutto tutti diretti a demolire i pochi ma importanti punti di forza che la Natura e la storia ci hanno voluto regalare. Federalismo punitivo, distruzione della scuola pubblica, devastazione della cultura e delle sue più svariate caratterizzazioni, svilimento della ricerca e della sperimentazione, abbandono di qualsiasi rispetto delle istituzioni, prolasso sociale, disoccupazione giovanile da record, imbarbarimento dei riti politici e di quelli civili, mercificazione assoluta di qualsiasi cosa senza rispetto di nulla ne sotto il profilo culturale ne soprattutto sotto l’aspetto umano. Si continua a sfoggiare proposte di riforme che rimangono solo dei propositi senza che tutto ciò abbia mai a che fare con la realtà , il tutto continuando a costruire una moltitudine di realtà virtuali che governano il mondo; il dominio dei midia sottomessi ai potenti, la finanza speculativa, le fiction ed i reality hanno costruito e contribuiscono a costruire un mondo virtuale di cui siamo tutti prigionieri. La difficoltà ad uscire da questo stato di cose,  e l’impossibilità di anteporre soluzioni reali, umane, a questa lucida follia,   preclude giorno dopo giorno la possibilità di ritrovare la via della speranza. Il Popolo Sovrano così tanto reclamato per tutte quelle cose in cui può fare comodo, viene deriso e mortificato ogni qualvolta le sue decisioni non coincidono con gli interessi economici dei potenti, diverse determinazioni referendarie sono state baipassate da trucchetti di palazzo senza preoccupazione alcuna del  povero e incapace Popolo sovrano; in questi giorni riappare per gli italiani lo spettro delle centrali nucleari, la domanda che ci poniamo in tanti è del perché autorevoli esponenti tengano così tanto a puntualizzare, in un momento emotivamente sconfortante per ciò che è accaduto in Giappone, che su questo campo il governo Italiano andrà avanti; magari fra qualche giorno , o qualche settimana ne capiremo la necessita o l’infelicità dell’intervento. L’Italia è una terra bella ma inutile, ed ancora più inutile è il Mezzogiorno d’Italia, dove tutto quello che si fa non vede come primario interesse, e come primato della politica, dare soluzioni ad un sistema affetto da mille patologie, ma guarda solo vigliaccamente agli interessi economici che vengono messi in moto per arricchire sempre più i potenti seduti al potere. Il ponte di Messina è l’emblema di come vanno le cose nel Mezzogiorno d’Italia , siamo arrivati alla sesta prima pietra, del destino del ponte non si sa nulla, ma quello che conta è che ci sono attorno alle fasi propedeutiche di quest’opera svariate decine di milioni di euro che sono stati destinati al mantenimento di strutture e  strumenti inutili quanto parassitari, dentro i quali sono stati seduti comodamente persone altrettanto inutili e dannosi, fiduciarie dei diversi potenti, garanti dei loro sporchi affari e non sicuramente di quelli nobili ma poco convenienti del misero Popolo del Mezzogiorno. Questo è solo un esempio, al quale potremmo farne seguire una moltitudine, lo sconforto incalza, la gente disperata cresce di numero, ma i nostri politici non recepiscono; sono troppo indaffarati a preparare i loro reality, a partecipare a tutte quelle trasmissioni dove si dice tutto ed il contrario di tutto senza addivenire mai ad una soluzione. L’unica realtà dice che passano poco tempo nel luogo che la costituzione ha deputato alle loro discussioni e alle eventuali decisioni, il Parlamento, in quel luogo non c’è più tanto da dire non li ascolta più nessuno,non si ascoltano nemmeno tra di loro, ci rimangono perché coscienti che c’è ancora tanto da prendere per loro e per qualcuno dei loro amici, non trovo altre ragioni del perché stia ancora in piedi questa legislatura. I padani che alla lunga capiranno di aver preso un’allucinazione per aver creduto che un pastore potesse dare loro un luogo sicuro dove poter continuare a lavorare laboriosamente, guidando il proprio gregge verso la terra promessa, salvo accorgersi troppo tardi che li aveva condotte tutte nella tana del Lupo. C’è poco da gioire per il centocinquantesimo dell’Italia unita, e forse c’è anche poco da festeggiare, visto che vi è qualcuno che pensa di avere al piede una palla di ferro e chi come me da buon meridionale pensa di essere intrappolati in una gabbia di ferro. Non so chi troverà per primo la soluzione per liberarsi dell’ostacolo; so solo che da centocinquant’anni si dibatte la questione meridionale tra le problematiche italiane, su questi due dilemmi, e a scrutare bene e cambiato ben poco, c’è da rottamare un sistema logoro oltre ad una classe politica vecchia sia fisicamente che nei contenuti addossandogli  l’onere del fallimento;  per fare tutto ciò servono duro lavoro e sacrificio, lo so che può sembrare una follia, ma se ci riflettiamo solo un momento e pensiamo ai nostri nonni, ai nostri genitori e anche a noi stessi, non possiamo che riconoscere nel sacrificio e nella determinazione l’unica arma per ambire a traguardi lontani. Il tutto subito e con facilità che stiamo insegnando ai nostri figli riempirà la nostra società di truffatori, corrotti, escort, frustrati, falliti e quant’altro, gente che sarà condannata a servire in maniera umiliante il solito sistema che li piegherà ad essere priva di dignità, di rispetto umano, di scopi e di sogni. Tutto il contrario della semplicità che servirebbe per vivere bene  il breve trascorrere delle loro vite, con il semplice ma immensamente piacevole obbiettivo di non lasciare a chi verrà dopo macerie , fame e desolazioni prima culturali e dopo economici.
Gaetano Amenta

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