venerdì 31 dicembre 2010

Il personaggio dell'anno? Per noi, è Nicola Gratteri

Un magistrato che ama il suo lavoro, simbolo della lotta alla 'ndrangheta
 
Ce lo invidia mezzo mondo e forse più. Perché il mondo, all’inseguimento della ‘ndrangheta, Nicola Gratteri l’ha fatto suo: dove c’è la ‘ndrangheta arriva Gratteri. Ci sono uomini che diventano dei simboli per la loro bravura, per la loro dedizione, per il rispetto che si conquistano ogni giorno, per il coraggio delle loro azioni e delle loro parole: Gratteri, calabrese di Gerace, è uno di questi uomini per tutte queste ragioni. 

Se negli ultimi anni la lotta alle mafie è diventata un fiore all’occhiello del nostro paese il merito è di magistrati come Nicola Gratteri anche se a sentir lui il merito è all’80% della polizia mentre sicuramente non lo è della politica.

Se ha un pregio Gratteri, è quello di dire sempre le cose che pensa, e mai per calcolo personale. Infatti, se riconosce come positive due azioni del governo come l’abolizione del patteggiamento in appello e l’aumento del sequestro e della confisca dei beni anche agli eredi dei mafiosi, sull’arresto dei boss si tira fuori dal coro di beatificazione del ministro Maroni: «Con gli arresti dell’ultimo anno – spiega – non c’entra nessun ministro. Alcuni arresti hano anche sei anni di indagini alle spalle». Anzi, chiede alla politica più risorse, più uomini. Soprattutto, chiede leggi più certe (quella che una volta veniva chiamata “certezza della pena”). E chiede leggi severe, concrete e uniformi non solo all’Italia, ma all’Europa, ancora troppo indietro nella legislazione antimafia. 

Nell’ultimo anno il suo libro La malapianta è stato un successo che ha permesso di scoprire cosa è la ‘ndrangheta tra (falso) mito e (reale) pericolo, dalla Calabria in America, passando per il Nord e l’Europa intera. Un libro che ricorda Cose di Cosa nostra di Giovanni Falcone, per la forma, il suono delle parole, la fermezza dei giudizi che nascono dall’esperienza. Con il magistrato siciliano non sono poche le cose in comune: dall’approccio pratico ai problemi fino alla conoscenza “culturale” di mafiosi cresciuti nello stesso territorio, con lo stesso linguaggio, spesso fatto solo di sguardi e mezze parole. E quelle cose lì, non c’è univesità che le spieghi.

Da sempre distante dalla politica, Gratteri è simbolo di quella magistratura che non ha bisogno di appartenenze per far sentire il rumore dei propri passi, l’efficacia delle proprie azioni. E i numeri contro la ‘ndrangheta di questi anni parlano per lui. 

Amante del suo orto, rifugio di pace e unico vero svago extra lavorativo, la vita di Gratteri, attualmente Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, è blindata dal 1989, anno in cui gli venne assegnata la scorta. Nicola Gratteri è un galantuomo, come certi uomini di una volta, un magistrato vero che ama il suo lavoro, che ama la sua terra; una persona seria e perbene, orgoglio della nostra Italia che lotta contro le mafie. E per questo, per tutto questo, non può che essere lui il nostro "personaggio dell'anno".

30 dicembre 2010

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