mercoledì 12 febbraio 2014

L’ITALIA , l’UNIONE EUROPEA, la TROIKA, il FISCAL COMPACT e la strada per essere dichiarata FALLITA !




Eravamo una volta orgogliosi di avere una Patria che rappresentasse a gli occhi del mondo intero la culla della Cultura, un Paese ammirato per la capacità imprenditoriali e per le capacità ineguagliabili nel manifatturiero, la terra delle arti da tutti ammirata e rispettata. Ci ritroviamo oggi nel più lungo e buio tunnel che un Popolo potesse immaginare. I cittadini sotto soglia di povertà sono stimati in circa quattro milioni, la classe media distrutta dalla pressione fiscale sempre più soffocante, un italiano su quattro non arriva a fine mese, la disoccupazione di padri e madri di famiglia è alle stelle e i giovani senza un lavoro possono essere quantificati in generazioni. Sembra lo spaccato di un film drammatico e invece a riflettere su quello che ci aspetta è solo l’inizio . Le politiche di austerity imposte dall’Unione Europea consegnate alla cosi detta troika l’organismo composta da UE, BCE e FMI che ne sovraintende l’applicazione dei programmi nei paesi che ne sono sottoposti non sono finite. Ci aspetta ancora il colpo di grazia chiamato Fiscal Compact che prevede la riduzione del debito di circa 40 miliardi l’anno per un ventennio. Una verità assurda, ma lucida quando basta per ridurre il Bel Paese in una catastrofe che non ha precedenti nella sua storia contemporanea . Le reazione delle diverse istituzioni Italiane negli ultimi anni sono state confuse e poco efficaci, governi forti, governi presidenziali, governi delle larghe intese e cosi via ma nella realtà il baratro è sempre più vicino. Questo a detta dei più attenti è dovuto dal fatto che nella realtà l’Italia è in una posizione di ostaggio nei confronti di altre nazioni europee con a capo la Germania. Con queste condizioni e queste regole le sole istituzioni italiane non sono in condizioni di portare il Paese fuori dal tunnel. Non vi sono riforme che bastino , non vi è Leader o coalizione forte che basti per riuscire a mettere sul campo quello che serve per far ripartire un’economia, che ha allentato la cinghia già da un bel pezzo, come la nostra. Continuare a cercare la soluzione con lo stesso metodo usato fino ad ora può solo aggravare ulteriormente le cose. I debiti li paga chi trova la strada per ritornare a produrre ricchezza, e per fare questo vi è la necessità di liberare risorse da indirizzare nei settori produttivi del paese. Bisogna che vengano attivate quelle leve di cui l’Italia ne è rimasta priva proprio per far parte dell’Unione Europea, politiche monetarie, rapporto di indebitamento che non tiene conto delle potenzialità e della diversità tra Nazioni, rigidità della politica inflattiva ne sono l’esempio. Siamo in Europa sotto le mani di burocrati troppo influenzati da soggetti che non sono affatto terzi, la TROIKA ha in seno alla sua composizione troppi lati oscuri e troppo interessi di parte da preservare,  e l’Italia se vuole riaccendere l’ardore di Patria  dei propri figli non può  e non deve permetterlo. 

Gaetano Amenta

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